Serie D: Il derby non tradisce regalando un finale al cardiopalmo

Un derby è sempre un derby: pazzo, imprevedibile e incredibile, e quello infrasettimanale tra Altedo e Veni valevole per la giornata otto di serie D non fa eccezione. Anzi. In vent’anni non ricordo un finale come quello degli ultimi due minuti. Ma credo che sia una forma di Alzheimer precoce. Per spiegarli e capirli però bisogna raccontare prima gli altri trentotto, nei quali le due squadre hanno fatto a gara cercando di non vincerla. Si parte con baci e abbracci nel pre partita per i due grandi ex, Nick Settanni da una parte e Power dalla nostra. Poi saluti e convenevoli veri, perché un derby minors deve essere anche così. Ci si conosce a volte da una vita, e prima della palla a due il basket unisce, poi divide per quei quaranta minuti, poi torna ad unire. Qui nella bassa si esegue il tutto alla perfezione. Tante assenze per Altedo, con Lollini in panchina solo per onor di firma e Vitale in tribuna con il lungodegente Baccilieri. Bene invece la presenza in panchina di Ventura senior dopo un periodo complicato lontano dai campi. Veni senza Barbier che ha ripreso solo lunedì dopo sette giorni out per influenza, Gento in arrivo causa lavoro praticamente solo alla palla a due, Gio provato dalla donazione del sangue mattutina (nobilissimo gesto, ma spostare di un giorno? Senso tattico voto 3), e Robby che non é al meglio ma stringe i denti e gioca. Un derby del Cottolengo, insomma. La Veni parte meglio con un Power galvanizzato dal primo quintetto stagionale che ne mette 7 in fila e dopo sei minuti è a nove. Prendere il largo subito però pare brutto e così un paio di errori in attacco e la difesa dei biancorossi che sale di tono riportano la quasi parità. Ghedo segna un canestro che non sa nemmeno lui come allo scadere dei 24”, segno premonitore per chi ci crede. 14-18 dopo 10′. Vettore è cuore e anima dei suoi, e dopo il primo tempo fa già 12 a referto. Fiscale il tecnico alla panchina Veni per un commento tra giocatori non rivolto ad avversari o arbitri durante due liberi a proprio favore. 0/2 di Manu e 1/1 per Ventura. Altedo dimezza il gap mentre la Veni inizia a dare segni di nervosismo, perde fluidità e ritmo e chiude sul 29-31 il primo tempo. È ancora equilibrio nel terzo quarto, parte forte Simo ma Vettore risponde con altri sei punti filati, e fanno 18. A turno i singoli ospiti fanno buone cose, ma il gioco corale così ben messo in mostra sabato manca. Power vorrebbe un po’ di credito sui suoi uno contro uno, ma rimedia il tecnico numero 2 di squadra per una protesta neanche troppo plateale (la prima e senza richiamo, peraltro). Il vantaggio così si dimezza ancora, prima che a tempo scaduto un fischio sulla tripla di Nick regali il primo vantaggio ad Altedo. Per l’ex guardia di San Pietro (che fa 2/3 a cronometro esaurito) sono i punti 2 e 3 della sua gara, ma hanno l’effetto di sbloccarlo perché in avvio ne mette altri sette filati. In un amen la Veni crolla a -9 (55-46). Nel frattempo, tecnico numero tre, stavolta alla panchina, col coach che cerca di dare una scossa ai suoi che invece non arriva. O forse sì, perché dopo il tecnico numero quattro a Manu (palla buttata via dopo un fallo fischiatogli), Winx prima cancella con una super stoppata l’ennesima penetrazione di Nick, poi trova il suo terzo cesto della serata tanto che, a quattro dalla fine quando il coach riprova la carta di Frigna, è un incredulo Power a lasciare il campo con Winx che ripaga la fiducia segnando il -4 Veni. In mezzo una zonaccia bulgara quasi disperata piazzata a sei dalla fine. Dopo la mini rimonta Altedo trova il ritmo offensivo con Gnudi, Bulgarelli e Ventura che fanno 3/3 e +7 per loro. A 2′ dalla fine torna Power ma sembra finita. Se però siete arrivati fin qui avete compreso un po’ l’altalena della gara, e meritate di leggerli tutti d’un fiato.

61-54 recupero di Power sul pressing. Simo fa 2/2 ai liberi. Time out Altedo che però sbaglia il tiro e Gento subisce fallo e torna in lunetta. 1/2 e -4. Pressing alto. Altro recupero. Power subisce fallo e fa 2/2. Meno due. La Veni ha un fallo da spendere e lo commette appena il pressing non produce nulla. Il coach con 24” sul cronometro ma solo 16” per il tiro vorrebbe difendere. Gento non sente e manda così in lunetta Ventura. Fuori il primo e dentro il secondo. Più 3. Certi coach non capiscono nulla di basket. Ultimo time out ospite. Si va da Gio per la tripla del pari ma il tiro, ben preso, esce. Gento prende il rimbalzo in attacco che potrebbe valere oro ma prima tira da due corto, poi serve Power sotto che segna. Gio e Simo aspettavano sui tre punti per lo scarico e il tiro del pari. Va beh. Fa -1 ma intanto se ne sono andati un mare di secondi e ne restano appena 5. Time out Altedo, l’ultimo. Coach Marco prima pensa “siamo impazziti, l’abbiamo buttata così, fate fallo e basta”, poi ha una visione difensiva che condivide con la squadra, ed infine spera nel culo perché altro non rimane da fare. Funziona. Simo recupera palla e si invola dall’altra parte. C’è un contatto. Parte un fischio. C’è bonus e sono due liberi. Il tempo si esaurisce ma viene giustamente resettato a 3”.
Ciuff.
Ciuff.
Tre secondi non bastano per un tirare oltre la metà campo. Fa 62-63 per noi.
Certi coach non capiscono nulla di basket.