Serie D: Con Luzzara è ancora “remuntada”

Che fosse una partita insidiosa lo sapevano tutti, senza che coach Marco lo dovesse ribadire in spogliatoio. Vuoi perché era il terzo match in otto giorni, e a sto ritmo si lamentrerebbero pure certe squadre di serie A, vuoi perché Luzzara arrivava al PalaMassumatico con zero vittorie e un nuovo allenatore, sinonimi di voglia di riscatto e nuova linfa a tutte le latitudini, vuoi perché la doppia assenza di Frigna e Robby sotto non poteva non farsi sentire, vuoi perché un po’ questa squadra finora lo ha avuto il brutto vizio di guardarsi allo specchio appena combinava qualcosa di buono. E allora tutti ben preparati mentalmente fin da venerdì, ma poi tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il”, come direbbero Elio e le Storie Tese, o “il mare” per gli amanti del classico. Ed infatti la partenza è tutt’altro che comoda (2-7) con Petrolini (classe ’95. Bel prospetto) e Galeotti (’96. Complimenti) a gelare il numeroso pubblico accorso ed entusiasta dopo la presentazione di una delle squadre del nostro minibasket. Servono un time out e qualche urlaccio per provare a rimetterla a posto, e sul 9 pari sembra che ci siamo, ma è pura illusione. Questa Luzzara si dimostra solida, fisica e profonda, oltre che ispirata al tiro. La Veni insegue costantemente, riaggancia ma non sorpassa mai e il primo quarto finisce 19-19. Adesso bisogna provare a svoltarla, pensano tutti, ma nonostante Gio riesca ad entrare in partita segnandone dieci quasi filati restiamo sempre lì a inseguire. I falli iniziano a crescere, Power ne mette 5 ma con tre perse e in generale meno impatto rispetto al suo solito, e così dalla panchina arriva la carta della zona. Carta che darebbe anche discreti frutti (primo sorpasso sul 34-33) se tre amnesie consecutive non permettessero a Benatti di portare avanti di nuovo i suoi fino alla sirena del primo tempo che dice 38-39. Quella che poi torna in campo è una Veni proprio brutta, molto fallosa ed estremamente imprecisa al tiro e dalla lunetta (4/10 nel quarto). Luzzara vola così alla terza pausa sopra di 6 (si chiamano “Aquila” mica per niente) grazie a buone scelte di tiro ed un pizzico di fortuna (tabellata da tre di Caleffi). Per noi tanti errori anche in contropiede, buttando al macero così almeno otto punti che, sommati agli errori dalla lunetta, danno un quadro esplicito ed esaustivo del momentaccio bianconero. Gli incubi della sconfitta iniziano a serpeggiare rumorosi e inquietanti quando il tabellone recita -11 con sei minuti abbondanti da giocare. E se non ci fossero Vinx e Barbier a tenere in piedi la baracca andrebbe anche peggio. I primi veri segni di vita arrivano sul 57-66, quando un recupero di Manu provoca un antisportivo su cui lucriamo quattro punti grazie al suo 1/2 dalla lunetta e alla bomba di Simo. Un fallo veniale a metà campo regala due liberi a Luzzara che torna a +7 a due minuti dalla fine, per uno di quei classici momenti in cui dici “sembra finita”. Ma finita non è, perché un redivivo Gento azzecca il gioco da tre punti che rosicchia ancora lo svantaggio, in difesa Gio recupera palla e di nuovo Gento su assist di Simo ne segna tre pesantissimi. Luzzara, in piena ansia da prestazione (quando sei a zero vinte capita, eccome), perde ancora palla. Lo schema pensato dall’unico Minozzi che non allena (e non è un caso) permette ancora un gioco da tre punti di Simo che regala il primo vantaggio dai tempi di Barnie e Fred. L’Aquila non segna, il tiro di Gio esce e il rimbalzo di Gento è annullato da un’infrazione di 24” perlomeno dubbia (vedremo se la prova TV ci darà ragione, dal campo il tocco sul ferro sembrava netto). Non c’è però tempo di protestare perché serve un’ultima difesa strenua del vantaggio risicato e costruito con enorme fatica. Gento si erge ancora a protagonista recuperando palla e lanciando Simo che viene cinturato a metà campo. Antisportivo automatico come da regolamento, con sei secondi da giocare e palla in mano. In confronto a quelli di mercoledì (-1 con 3” sul cronometro), questi sono una passeggiata di salute. Altro due su due e titoli di coda su una rimonta bellissima dopo una gara non facile, ma che nel finale, grazie anche al caloroso apporto del pubblico e ad una ritrovata coesione e fiducia nei nostri mezzi, abbiamo portato a casa. Con la zona play out distante adesso ben dieci punti, sulle tavole del PalaMassumatico si respira decisamente un’aria più salutare.

Veni-Luzzara 74-68 (19-19, 38-39; 48-54)

Veni: Meola n.e., Minozzi G.12, Vinci 14, Sgarzi 1, Barbieri 12, Gentili 6, Dal Pozzo 6, Poluzzi n.e., Ghedini, Ballarin n.e., Pastore, Bartolozzi 23. All. Minozzi M. Ass. Sannini e Minozzi C.

Luzzara: Ploia n.e., Magnani 2, Costantino 5, Neviani 5, Caleffi 13, Galeotti 8, Miglioli n.e., Gelosini 5, Petrolini 10, Benatti 11, Freddi 9, Folloni. All. Campedelli. Ass. Cavalaglio.

Arbitri: Zanotti e Pisconti.

MVP: Simo. Oltre a 23 punti anche 13 falli subiti e due assist, di cui uno decisivo nella rimonta finale. E poi dicono che non la passa..