Serie D: È SALVEZZA!!! La Veni sbanca Reggio Emilia

La Torre RE – Veni 57-63 (13-16, 25-28; 33-41)

La Torre: Davoli A. 3, Giaroli n.e., Trivelloni 1, Mazzi G., Vezzosi 13, Davoli L.F., Canuti 18, Pezzarossa, Mazzi F. 7, Rivi, Margaria 15, Orlandini. All. Spadacini.

Veni: Gamberini n.e., Minozzi G. 16, Vinci 8, Pederzoli 14, Sgarzi 2, Frignani 5, Ghedini 5, Ballarin n.e., Pastore 3, Barbieri, Campanile 10. All. Minozzi. Ass. Ardizzoni.

Arbitri: Venezia e Ferrini.

Ci sono partite che valgono una stagione. Momenti che a distanza di anni, quando tutto il resto può apparire nebuloso e confuso, restano stampati nella mente in maniera indelebile. Casalecchio per salvarsi, il paladozza per salire, Argenta per sognare. Ogni squadra e ogni persona ne custodisce certamente di personali e diversi. La partita di ieri sera a Reggio Emilia non sarà celebrata di certo come una delle più belle di sempre, ma per importanza e pathos valeva come una piccola finale per i ragazzi che sono scesi in campo, e per molti certamente resterà in testa per lungo tempo. I reggiani giocano per credere ancora nella salvezza, e noi per chiudere matematicamente una stagione nata male (buzzer di Altedo, Gio e Ghedo out e Lupo febbricitante) e continuata per lunghi tratti anche peggio (Frigna, Power, Franz e a turno più o meno tutti). Una stagione che sembrava raddrizzata con alcune vittorie di grande prestigio e ricaduta in errori che si erano solo nascosti sotto il tappeto, e che in momenti di stress maggiore sono tornati fuori come un erpes. Servivano personalità, testa e cuore per giocare una partita così, e la Veni ha messo in campo tutto senza tradire le aspettative.

L’inizio è logicamente contratto per entrambe le squadre, data l’importanza della posta in palio, ma Pedo ci toglie il coperchio dal ferro con un paio di canestri seguito da una tabellata morbida di Uincs e un canestro di Gio. Il punteggio rimane però basso e le difese regnano. L’ingresso di Franz, pur se ancora in rodaggio e con poca autonomia, ci spinge avanti grazie ai suoi otto punti filati a cavallo di primo e secondo quarto. Mazzi F., mattatore all’andata, non riesce a trovar mai la via del canestro ben controllato da Barbier. Buono l’impatto di Gian dalla panchina, che senza becco (muso lungo N.d.A.) riesce ad esprimersi al meglio portando energia e pure buone iniziative in attacco. Giochiamo meglio, ma ci portiamo all’intervallo una zavorra di 12 palle perse che unite a due o tre errori banali al tiro ci impediscono di prendere già il largo. Va meglio nel terzo quarto, dove ridotti a zero i palloni buttati la forbice inizia ad allargarsi, con il +8 finale che ci va quasi stretto. Reggio però non molla di un centimetro grazie soprattutto ai suoi lunghi e all’esperienza di Canuti, nonostante due siluri consecutivi di Gio diano una spallata importante al match. Manu deve uscire per infortunio a fine terzo quarto e non rientrerà più, ma Ghedo non lo fa certo rimpiangere quando infila allo scadere dei 24″ una tripla importantissima. Viaggiamo ad un certo punto addirittura senza il barone per quattro lunghissimi minuti di ultimo quarto, ma Frigna pur con un poco edificante 1/6 dal campo smazza la bellezza di quattro assist che ci permettono di trovare punti preziosissimi, mentre i biancorossi falliscono diversi tiri liberi (finiranno con 13/27 contro il nostro 15/24). Gio rientra, ma rientra anche La Torre con una tripla di Margaria, e diventa così fondamentale il canestro di Pedo in entrata a spaccare la difesa. Si lavora di time out e possessi che pesano una tonnellata. Una persa di Ghedo su fallo sistematico non fischiato mette i brividi quando mancano solo 20″ alla fine, ma Gio è freddo per mettere i liberi e cinque punti di distanza. Gli avversari non segnano più, e il libero della staffa è ancora meritatamente del capitano che fissa il punteggio sul 57-63 e regala i due punti più preziosi e desiderati della stagione. Quelli che a due giornate dalla fine ci danno sei lunghezze sulla terzultima in classifica. La matematica per una volta non è mai stata così bella.

P.S: Finalmente possiamo dedicare una vittoria alla piccola Emma e a mamma Elena. Con grande affetto dagli “zii della Veni”!