PIZZOLI VENI BASKET, INTERVISTA A MICHELE MANNI

A poche ore dal rinvio di tutte le gare delle settimane del 9 e del 16 gennaio 2022 intervistiamo Michele Manni, direttore sportivo della Veni, capolista del girone B di Serie D. Come commenta, questa notizia?
«Ce lo aspettavamo, siamo tutti al corrente dell’evoluzione della situazione e almeno un paio di Comitati Regionali avevano già adottato il medesimo provvedimento in precedenza. Attraversiamo, purtroppo, un periodo di straordinaria incertezza. Al momento non sappiamo quando recupereremo le partite rinviate, probabilmente torneremo in campo a più di un mese dall’ultimo impegno ma neanche questo è sicuro. Di buono c’è giusto che dovremmo recuperare quel paio di infortunati che avrebbero saltato le partite in programma per la prima metà di gennaio ma, a parte questo, c’è poco da festeggiare. In queste condizioni è pressoché impossibile pianificare l’attività ma nei prossimi giorni faremo il punto con tutti gli attori protagonisti e valuteremo il da farsi.».

Al termine del girone di andata, qual è il suo bilancio?
«Il mio bilancio, per quanto parziale, non può che essere molto positivo. Abbiamo perso la prima partita all’ultima giornata dopo nove vittorie consecutive, siamo primi in classifica, siamo la squadra che ha segnato più punti e quella che ne ha subiti di meno. Nonostante gli appena 22 anni di età media e gli almeno 6 “Under 21” presenti nei 12 che vanno a referto settimanalmente, nonostante la partenza del nostro principale terminale offensivo in estate e il grave infortunio rimediato da chi lo avrebbe dovuto rimpiazzare, ad appena due minuti dalla prima palla a due stagionale.».

Di questo primo scorcio di campionato, qual è la nota più lieta?
«A prescindere dai numeri, che certificano la qualità del lavoro svolto e ripagano dei sacrifici di tutti, porrei l’accento sull’evoluzione di un progetto, termine abusato in ambito sportivo ma che rivendichiamo con orgoglio, in cui abbiamo creduto e investito. Abbiamo allestito, con Castriota e Minozzi, una squadra con una forte identità locale, integrata da “giovani” compatibili con quelli cresciuti in “casa” e “meno giovani” con esperienza e qualità, per alzare il livello della nostra pallacanestro e contribuire alla maturazione di un collettivo affiatato e assortito. In tre anni, la Veni è passata dal far notizia quando vince al far notizia quando perde. Da una rocambolesca salvezza tramite play-out alla lotta per le prime posizioni della graduatoria, dopo aver disputato una finale per la C Silver e aver guadagnato la finale del “Trofeo Marchetti”. Inoltre, vorrei sottolineare il ritorno della gente di San Pietro in Casale sugli spalti: lo spostamento della partita in casa al venerdì ha dato discreti frutti e, data la situazione, era tutto fuorché scontato.».

Con quali presupposti affronterete questa seconda parte di stagione?
«Con lo stesso spirito con cui siamo scesi in campo nella prima metà: continuando a prendere un impegno per volta e dando il meglio possibile. Cercheremo di difendere la posizione il più a lungo possibile ma non ne faremo un’ossessione, non essendo sinonimo di promozione diretta e sapendo che alla fine saremo comunque dove avremo meritato di stare. Gli obiettivi di crescita e miglioramento sono gli stessi che ci siamo dati il giorno del raduno, non sono cambiati e prescindono da tabelle di marcia che lasciano il tempo che trovano. Indubbiamente sappiamo che siamo sin qui andati oltre le più rosee aspettative ma non ci montiamo la testa, sappiamo che la strada è ancora molto lunga e tutti ci aspettano al varco. Da questo momento in poi, dovremo dare qualcosa in più ma abbiamo consapevolezza, entusiasmo, margine e voglia di continuare a stupire e festeggiare ogni successo e ogni traguardo. Compresa la matematica salvezza, quando (e se) la otterremo.».

All’alba di questo 2022, quali sono i suoi auspici per l’anno che verrà?
«Il momento storico è articolato e snervante, non è mia intenzione quella di sprecare ulteriore fiato su argomenti già abbondantemente triti e ritriti. La gente è stanca persino di sentirsi ripetere che “andrà tutto bene” e siamo tutti provati, fisicamente e mentalmente, ma mi piace pensare che questa squadra sia d’ispirazione per chi, come noi, s’impegna per affrontare e risolvere le problematiche legate a una complessa quotidianità, ma anche uno svago per chi ci segue, e – nel suo piccolo – un vanto per una comunità che ha fame e sete di esempi sani e virtuosi. Colgo l’occasione per augurare un sereno 2022 ad allenatori, atleti, dirigenti, sostenitori e rispettivi affetti.».